Saturday, March 19, 2011

Nuovo Corriere Barisera - Newspaper Italy



L’energia dei giovani dell’American Ballet

11 mar 2011





Una scena dello spettacolo
“Ai miei tempi eravamo bravi, oggi sono straordinari. Hanno un’energia brillante, libera, priva di sovrastrutture”. A parlare è il coreografo Wes Chapman, direttore artistico dell’American Ballet Theatre II. Oggetto del suo giudizio i 15 ballerini dai 16 ai 21 anni che compongono il corpo di ballo “junior” della prestigiosa compagnia americana, attesa domani sera, sabato 12 marzo, alle 21 al Teatro Petruzzelli di di Bari (replica il giorno dopo alle 18) per la prima europea di Usa Great Dance, evento inserito nel programma Teatrodanza Mediterraneo della 69° Stagione dela Camerata Musicale Barese.
Nella conferenza stampa di presentazione, stamattina nel foyer del Politeama, Chapman, affiancato dal responsabile della tournée Julio Alvarez, e dai vertici della Camerata (il presidente onorario Giovanni Girone, il direttore artistico Giovanni Antonioni e il direttore Rocco De Venuto) ha  ripreso confidenza con un teatro e una città che ciclicamente ritornano nelle varie fasi della sua carriera: qui nel 1986 passò sei settimane insieme a Michail Baryšnikov e Alessandra Ferri per girare il film The Dancers (Giselle) di Herbert Ross. Ancora qui, ma al Piccinni, tornò da primo ballerino insieme all’étoile Ferri nel 1991.
Oggi un nuovo arrivo in veste di direttore, con un gruppo di giovani talenti ed il compito di fare da ambasciatore dell’approccio americano (“meno tradizionale, più esuberante”) all’arte del balletto, con la proposta di un programma eterogeneo, antologia dei migliori coreografi d’Oltreoceano ancora poco conosciuti in Europa: Jerome Robbins, l’autore di capolavori come West Side Story e The King and I, George Balanchine e Antony Tudor.
“Selezioniamo i migliori giovani grazie a video e osservatori ai migliori concorsi internazionali – ha spiegato Chapman – i criteri sono talento, aspetto fisico e proporzioni. Attraverso la compagnia II l’American Ballet dà loro la possibilità di formarsi sul palco  in attesa di sostituire i professionisti nel corpo di ballo principlae. Negli anni, però, ho notato un aumento costante degli standard performativi, un ventenne oggi affronta senza ansie il repertorio di un professionista. Da direttore, cerco di essere molto severo con loro, il mio è un gioco mentale: so di proporre prove impegnative ma non glielo dico. E loro le affrontano e le superano”.
Al pubblico barese il compito di giudicare con gli applausi i risultati in una serata ricca di suggestioni a cominciare da Interplay, “capolavoro americano” secondo Chapman, una delle prime coreografia di Robbins, datata 1948 ma ancora attualissima.
Usa Great Dance prosegue con Pavlosk, commovente produzione d’ambientazione russa commissionata da Abt nel 2010 come Ballo per sei, basata su una selezione di musiche di Antonio Vivaldi. Due omaggi, invece, a George Balanchine: Allegro Brillante e il passo a due Stars and Stripe.
Continuo di Tudor, è un balletto astratto del ‘71 per sei danzatori mentre il finale A Taste of Sweet Velvet, è basato sul movimento molto vivace della IX Sinfonia in Re min di Ludwig Van Beethoven.
Grandi classici, al servizio dell’esuberanza giovanile. Almeno sul palco il rapporto tra le generazioni sembra prendere la direzione giusta.
Sabino Di Chio

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