AMERICAN BALLET II diretto da Wes Chapman – un evento che chiude la stagione DANZA dello Stabile regionale il 29 e 30 marzo al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
“L’American Ballet II – punta di diamante della danza internazionale – sarà protagonista di due serate al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il 29 e 30 marzo, a conclusione della stagione Danza 2010-2011. Una ospitalità di assoluto prestigio, impreziosita ulteriormente dalla presenza a Trieste di Wes Chapman straordinario primo ballerino della compagnia che oggi dirige l’American Ballet II. I giovani danzatori incanteranno il pubblico con un programma importante, complesso e ricco di suggestioni.”
Bellezza, perfezione, prestigio: l’American Ballet II corona e conclude con la sua straordinaria performance il cartellone Danza 2010-2011 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Vederli è un’occasione da non lasciarsi sfuggire – è proprio il caso di sottolinearlo – nelle due serate in programma alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti di Trieste: il 29 e il 30 marzo alle ore 20.30.
Sono vitali e pieni di energia mentre danzano su note jazz e in coreografie contemporanee; delicati, e appassionati quando il repertorio diventa classico; sempre, affrontano il ballo forti di una preparazione tecnica e una capacità interpretativa che va molto al di là dei consueti standard.
Non per niente, l’American Ballet Theatre fondato nel 1937 a New York si è subito imposto come una delle punte di diamante della danza a livello mondiale ed anche la prestigiosa Scuola dell’American Ballet, creata da Balanchine, si è rivelata fucina di talenti e miraggio per tutte le aspiranti stelle della danza.
Ed è proprio la eccezionale qualità della danza dell’American Ballet ad approdare al Teatro Stabile per due serate di cui sarà assoluto protagonista l’American Ballet Theatre II, la compagnia di giovani ballerini (la loro età va dai 15 ai 20 anni) di impeccabile talento, selezionati in tutto il mondo che forma il ricambio dei danzatori della compagnia principale dell’ABT o di altri importanti ensemble.
Non per niente, l’American Ballet Theatre fondato nel 1937 a New York si è subito imposto come una delle punte di diamante della danza a livello mondiale ed anche la prestigiosa Scuola dell’American Ballet, creata da Balanchine, si è rivelata fucina di talenti e miraggio per tutte le aspiranti stelle della danza.
Ed è proprio la eccezionale qualità della danza dell’American Ballet ad approdare al Teatro Stabile per due serate di cui sarà assoluto protagonista l’American Ballet Theatre II, la compagnia di giovani ballerini (la loro età va dai 15 ai 20 anni) di impeccabile talento, selezionati in tutto il mondo che forma il ricambio dei danzatori della compagnia principale dell’ABT o di altri importanti ensemble.
L’American Ballet Theatre II è diretta da Wes Chapman, un rilevante nome della danza contemporanea, che sarà a Trieste in occasione delle due repliche dello spettacolo.
Wes Chapman è entrato all’American Ballet Theatre nel 1984, divenendone solista nell’87 e primo ballerino due anni più tardi. Vi ha interpretato tutti i ruoli principali del repertorio classico e quelli dei balletti dei coreografi del XX secolo, inclusi George Balanchine, Agnes de Mille, Twyla Tharp e Antony Tudor. Nel 1993 è entrato nel Bavarian National Ballet come primo ballerino. Nel 1996 è stato nominato direttore artistico dell’Alabama Ballet e nel 2006 è rientrato all’American Ballet come maître, prima di diventare direttore artistico dell’ABT II l’anno successivo.
Chapman ha saputo ampliarne e valorizzarne ulteriormente le potenzialità: ne ha accresciuto il già vasto repertorio che ricalca la tradizione dell’ABT, prevalentemente rivolta al balletto classico, ma promuove anche lo sviluppo di nuovi talenti coreografici.
Chapman ha saputo ampliarne e valorizzarne ulteriormente le potenzialità: ne ha accresciuto il già vasto repertorio che ricalca la tradizione dell’ABT, prevalentemente rivolta al balletto classico, ma promuove anche lo sviluppo di nuovi talenti coreografici.
A Trieste la compagnia presenterà un programma molto articolato, che prevede ben sette coreografie. Si inizierà con Interplay che Jerome Robbins ha creato nel 1948, su musiche jazz di Morton Gould proprio per l’ABT. Robbins sarebbe poco dopo divenuto celeberrimo per i suoi capolavori a Broadway West Side Story, Fiddler on the Roof e The King and I.
Seguirà Pavlovsk che evoca il tragico amore di un generale russo assassinato nel 1799 e la sua adorata moglie. Nel primo anniversario della sua morte, la donna si reca presso la statua eretta in suo onore a Palazzo Pavlovsk che miracolosamente prende vita, riunendo marito e moglie in una danza di amore e struggenti ricordi. La coreografia è stata creata nel 2010 da Roger Van Fleteren su musica di Karen Le Frak.
Il primo atto si chiude con Allegro Brillante di George Balanchine, danza difficile e incalzante che egli disse: «contiene tutto quello che so sulla danza classica in 13 minuti».
Seguirà Pavlovsk che evoca il tragico amore di un generale russo assassinato nel 1799 e la sua adorata moglie. Nel primo anniversario della sua morte, la donna si reca presso la statua eretta in suo onore a Palazzo Pavlovsk che miracolosamente prende vita, riunendo marito e moglie in una danza di amore e struggenti ricordi. La coreografia è stata creata nel 2010 da Roger Van Fleteren su musica di Karen Le Frak.
Il primo atto si chiude con Allegro Brillante di George Balanchine, danza difficile e incalzante che egli disse: «contiene tutto quello che so sulla danza classica in 13 minuti».
Nel secondo atto, applaudiremo Ballo per Sei di Edward Liang creata per mettere in rilievo la tecnica e l’estensione dei ballerini su musiche di Vivaldi.
A seguire Stars and Stripes, creato nel 1958 da Balanchine: richiama cinque campagne militari, la quarta è un celeberrimo Pas de deux.
Con Continuo di Antony Tudor viene proposto un continuo fluire di movimenti, tipico dello stile di questo coreografo.
Gran finale poi con A Taste of Sweet Velvet commissionato nel 2009 a Jodie Gates e basato su un vivace movimento della IX Sinfonia di Beethoven. È un’energica fusione di movimenti complessi e un esaltante lavoro d’insieme interpretato da 10 ballerini.
A seguire Stars and Stripes, creato nel 1958 da Balanchine: richiama cinque campagne militari, la quarta è un celeberrimo Pas de deux.
Con Continuo di Antony Tudor viene proposto un continuo fluire di movimenti, tipico dello stile di questo coreografo.
Gran finale poi con A Taste of Sweet Velvet commissionato nel 2009 a Jodie Gates e basato su un vivace movimento della IX Sinfonia di Beethoven. È un’energica fusione di movimenti complessi e un esaltante lavoro d’insieme interpretato da 10 ballerini.
L’American Ballet II è così composto: Wes Chapman, direttore artistico. Ballerini: Sterling Baca, Kathryn Boren, Amanda De Oliveira, Cara Marie Gary, Alex Kramer, Marcella Paiva, Colby Parsons, Calvin Royal III, Alys Shee, Irlan Silva, Aaron Smyth, Alison Stroming, Cassandra Trenary, Alberto Velazquez, Kelli Gilson.